

Avremmo dovuto festeggiare.
Oggi è la nostra festa si, ma tutto sembra fuorché una festa.
Dovremmo spegnere 200 candeline eppure siamo circondati da un silenzio straziante.
Sembra di essere al centro di un conflitto, ovviamente al centro.
….Cina, coronavirus, mascherine, non create allarmismi, Codogno, paziente zero, primo decesso, aumentano i contagi, aumentano i decessi, mancano i posti letto, mancano le protezioni, mancano i respiratori, mancano gli infermieri, quarantena,…tutto fermo…
Un film, un film lungo più di 60 giorni. Sembra ieri e sembra passata un’eternità.
Ci risiamo, di nuovo noi ad affrontare una sfida che ha messo in ginocchio il mondo intero. Tutti, o quasi, si sono potuti mettere al riparo. Noi no.
Noi no.
Un esercito in divisa, spaventato, forse impreparato o ignaro di quanto forte e perfido sarebbe stato questo nuovo nemico.
Ma come sempre non hai tempo per prepararti, non hai tempo per pensare, non hai la possibilità di scegliere se combattere o scappare.
Sai già che dovrai combattere e che dovrai farlo senza esitare.
Anche questa volta sai che dovrai affidarti al tuo istinto, ai tuoi colleghi, al coraggio che non sai ancora dove prendere.
Ti affiderai a tutti gli occhi che hai incrociato, alle mani che hai sfiorato e ai sorrisi donati e ricevuti.
Ci rifletti un istante……tutto sommato, niente di nuovo.
Ti rendi subito conto che si è solamente aggiunto un ostacolo in più al lavoro di tutti i giorni.
Ma all’improvviso sei diventato un eroe.
Solo ora il mondo si è accorto che non c’è sanità senza gli infermieri.
C’è voluta una pandemia e migliaia di morti perché gruppi di esperti arrivassero a questa piccola e scontata scoperta.
“Non c’è sanità senza gli infermieri”
E pensare che da decenni è l’argomento che anima la nostra vergognosa pausa caffè.
Eh già. Che strana la vita, due mesi fa eravamo i furbetti della pausa caffè e oggi siamo gli eroi del Paese.
Ma va bene tutto, perché non siamo né furbetti né eroi, la verità è che la salute non aspetta, non ha tempo per le polemiche, non ha tempo per i giochi di potere, la salute ha impegni più importanti, e noi lo sappiamo.
Un infermiere sa quanto può essere breve, intensa e meravigliosa la vita.
C’è al primo respiro e all’ultimo sospiro.
Ci siamo sempre stati e ci saremo sempre, così come ci siamo oggi davanti a questo nemico che pensava di averci sconfitto.
Sbagliato.
Informazione, perseveranza, passione, conoscenza, abilità, istinto, follia, umanità, umiltà e sacrificio, con questi ingredienti, nascosti dentro ad una soffocante tuta ti stiamo sconfiggendo.
E a pensarci bene questo silenzio non è più così tanto straziante, si iniziano a sentire delle voci, voci di festa.
Forse è il momento di andare…andiamo…ci sono 200 candeline da spegnere.
