
Con le previsioni attuali della manovra economica e l’applicazione della “quota 100” per i pensionamenti, nel 2019 verrebbero a mancare altri 39 mila infermieri circa oltre ai più di 53 mila che mancano già oggi.
A lanciare l’allarme è la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che rappresenta gli oltre 440 mila infermieri presenti in Italia, di cui circa 270 mila alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale.
«Abbiamo il dovere di sottolineare l’acuirsi di una crisi nella gestione dell’organizzazione e dell’assistenza sanitaria che – sostiene la Fnopi – avrà ripercussioni non solo sulla vita lavorativa dei professionisti, ma soprattutto sulla salute dei pazienti. Per quanto riguarda gli infermieri infatti, se per ognuno ci fossero non più di sei pazienti, la mortalità si abbatterebbe del 20%. Oggi la media è di 11 pazienti per infermiere» e «somani questa situazione potrebbe quasi raddoppiare e con lei i rischi che ne derivano».
Gli infermieri interessati dal meccanismo, quelli dai 55 anni in su, sono circa 103 mila, destinati presto a poter uscire dal Ssn. Di questi, la metà (50.574) sono oltre i 60 anni e ancora tra questi ultimi oltre 39 mila hanno anche un’anzianità sufficiente a raggiungere quota 100 allo scattare della norma: «Una buona notizia per i colleghi che ormai stanchi e a forte rischio inidoneità continuano a garantire l’assistenza, ma un disastro se non si garantisce il ricambio generazionale».
Inoltre, sottolinea la Federazione, l’aumento promesso del Fondo sanitario nazionale di un miliardo basta a coprire l’esigenza dei servizi, «ma le Regioni hanno già calcolato che per contratti degni di questo nome al personale di miliardi ne servono almeno altri due: tre in tutto».